“La Natura è nel cuore del tempo, è insieme presente, passato e futuro”. Così scriveva Novalis, riflettendo sulla dimensione generativa e onnicomprensiva della Natura.
Un pensiero questo che, nel corso degli anni, ha alimentato la mia ricerca personale ed artistica incentrata sulla relazione Uomo-Natura e che in questo lavoro ha trovato una sua specifica espressione. È indubbio che la categoria del Tempo sia qualcosa di estremamente relativo, se non arbitrario. Nel corso della storia ha acquisito una definizione antropica, quindi sulla razionalità e sul meccanicismo scientifico, tanto da essere come lineare e misurabile. Escludendo concettualmente in tal modo il senso del divenire, l’infinità, la non misurabilità dell’esistenza naturale delle cose insita nel Tempo, mi sembra che si annulla la sua impenetrabilità, il suo mistero. Non rimane infatti che viverlo.
Alla categoria del tempo si lega infatti quella del ritmo, incalzante, frenetico della nostra contemporaneità. Tanto più, allora, mi viene da pensare al tempo come a qualcosa da valorizzare e sacralizzare, recuperandone il suo valore “naturale”, per goderne pienamente.
Ecco quindi la presenza, al centro di quest’opera, di un ramo dorato – poiché preziosa e sacra è la Natura con tutti i suoi elementi, la Vita che porta in grembo – collocato al centro di una composizione circolare, forma che più d’ ogni altra si contrappone all’idea di linearità, rimandando concettualmente al senso della ciclicità dei fenomeni di crescita primari. I diversi settori circolari dell’opera sono determinati dalla giustapposizione di frammenti di varie tipologie di carta. Nell’insieme essa è concepita formalmente e cromaticamente come una grande sezione di tronco d’albero, ma anche come un orologio, le cui lancette sono state sostituite dal ramo stesso, in una sorta di campo d’energia cosmica. Infatti, dal ramo dorato si dipartono raggi e stille d’oro, come fosse una stella che esplode rilasciando luce, energia e materia intorno a sè. Ancora una volta, come in altri lavori, ho voluto giocare con i miei sovrapposti tra microcosmo e macrocosmo, per evocare la corrispondenza radicale che li lega. Ma soprattutto ho voluto rendere omaggio alla Natura, al centro e al fondo di qualsiasi possibilità generativa e trasformativa. Comprendere il Tempo significa che afferrare il senso dell’esistenza stessa, la sua origine, la sua radice.
