Egon Hollander

E poi arrivarono le truppe inglesi. Quando ci liberarono, la mia vita era appesa a un filo. Mi ricordo solo le montagne di cadaveri: questo non lo posso dimenticare.
«A little white-skinned Slavonic person of about six years old lay very quietly in his cot. He neither moved nor spoke. He had had typhus; he was all skin and bones.» Tratto dal libro «Straight on» di Robert Collis, il pediatra che salvò Egon Holländer (nato nel 1938 a Martin, oggi Slovacchia) dopo la sua liberazione da Bergen-Belsen. La madre morì di tifo nel campo di concentramento all’età di 34 anni. Quando le truppe del Patto di Varsavia repressero la Primavera di Praga nel 1968, l’ingegnere Egon Holländer fuggì a Zurigo, dove vi restò per lavorare come responsabile in un’impresa che si occupa di tecnologia. È sposato, ha due figlie e tre nipoti.

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